Abbiamo già accennato all'abilità dei chirurghi, nonché delle conoscenze erboristiche e anatomiche, ma una straordinaria testimonianza della sapienza degli antichi ci viene da un passo dell'Iliade, che non può lasciar alcun dubbio sulla sua interpretazione. Achille sta piangendo la morte del fraterno amico Patroclo, e si lamenta con la madre Teti:
"ho paura che intanto nel forte figlio di Menezio
entrino mosche per le piaghe aperte dal bronzo
e facciano nascere vermi, sfigurino il corpo-
la vita è stata uccisa-marcisca tutta la carne…"
E gli rispose allora la dea Teti piedi d'argento:
"Creatura, questo non ti preoccupi in cuore
cercherò io d'allontanare la razza selvaggia,
le mosche, che gli uomini uccisi in guerra divorano" (Il., XIX, 24-32)
Ebbene, fino a quattro secoli fa, seguendo ancora gli insegnamenti di Aristotele, si credeva che le mosche nascessero per "generazione spontanea" dalla carne morta. Solo nel 1668, in seguito agli esperimenti di un valente medico e scienziato (e pure poeta!), Francesco Redi, che trasse l'intuizione proprio da questo brano dell'Iliade, fu possibile confutare tale teoria e dimostrare che le mosche nascevano dalle uova di altre mosche che le depositavano nella carne in putrefazione, ma non erano un prodotto spontaneo della putrefazione stessa. Quindi Omero ci dà notizia di uno dei principi fondamentali della moderna biologia, con più di due millenni di anticipo! E una tale straordinaria scoperta è rimasta per tutto quel tempo sotto gli occhi di coloro che poi dicevano che Omero dormiva… Anche questo elemento deve far ritenere che la base culturale omerica sia abbastanza distante dal modo comune di pensare degli antichi Greci. https://astutoomero.blogspot.com/
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