LO STARNUTO DI TELEMACO: qui c’è una delle informazioni più strane e strambe che ci arriva dall’Odissea, dato che Penelope:
Così diceva, e Telemaco starnutì forte, e tutta la casa
paurosamente echeggiò: rise allora Penelope,
e subito ad Eumeo parole fugaci diceva:
"Va', invita l'ospite a venire qui avanti:
non vedi che il figlio a tutte le mie parole starnuta?
Così s'avverasse la morte dei pretendenti, di tutti" (XVII, 541-546)
sembra proprio che Omero ci tenga a far sapere che Telemaco starnutisce, tanto che il fatto viene rimarcato anche da sua madre la regina; ma cosa può avere di così speciale uno starnuto, da meritare di comparire in un’opera immortale? Per noi moderni forse niente, ma per gli antichi un tale gesto era considerato benaugurante, tanto che ancor oggi quando qualcuno starnutisce esclamiamo giulivi: “Salute!”. Il che è di per sé già abbastanza strampalato, visto che anzi spesso uno starnuto è sintomo dell’arrivo di un malanno più grave e fastidioso, come una febbre o un’allergia, una otite o peggio. Secondo gli antichi lo starnuto doveva essere di origine divina, essendo prodotto da una parte sacra del corpo, la testa. Per cui si dice “Salute” per sottintendere “Che gli dei ti portino salute anziché malanni” o qualcosa di simile. Forse non molti sanno che Giacomo Leopardi, oltre che di tristissime e pessimistiche poesie che hanno afflitto per generazioni gli studenti che dovevano impararle a memoria, fu anche autore di un Saggio sopra gli errori popolari degli antichi che aveva un intero capitolo dedicato allo starnuto. Per noi l’attenzione forse va spostata non sullo starnuto, ma sul suo autore, cioè Telemaco: Omero ci vuole far sapere anche così che il destino dell’annientamento dei Proci sarà sancito dalla volontà divina e si compirà proprio per opera di Telemaco, e non di Ulisse.
https://astutoomero.blogspot.com/2016/05/parte-prima-chi-come-e-perche.html
Così diceva, e Telemaco starnutì forte, e tutta la casa
paurosamente echeggiò: rise allora Penelope,
e subito ad Eumeo parole fugaci diceva:
"Va', invita l'ospite a venire qui avanti:
non vedi che il figlio a tutte le mie parole starnuta?
Così s'avverasse la morte dei pretendenti, di tutti" (XVII, 541-546)
sembra proprio che Omero ci tenga a far sapere che Telemaco starnutisce, tanto che il fatto viene rimarcato anche da sua madre la regina; ma cosa può avere di così speciale uno starnuto, da meritare di comparire in un’opera immortale? Per noi moderni forse niente, ma per gli antichi un tale gesto era considerato benaugurante, tanto che ancor oggi quando qualcuno starnutisce esclamiamo giulivi: “Salute!”. Il che è di per sé già abbastanza strampalato, visto che anzi spesso uno starnuto è sintomo dell’arrivo di un malanno più grave e fastidioso, come una febbre o un’allergia, una otite o peggio. Secondo gli antichi lo starnuto doveva essere di origine divina, essendo prodotto da una parte sacra del corpo, la testa. Per cui si dice “Salute” per sottintendere “Che gli dei ti portino salute anziché malanni” o qualcosa di simile. Forse non molti sanno che Giacomo Leopardi, oltre che di tristissime e pessimistiche poesie che hanno afflitto per generazioni gli studenti che dovevano impararle a memoria, fu anche autore di un Saggio sopra gli errori popolari degli antichi che aveva un intero capitolo dedicato allo starnuto. Per noi l’attenzione forse va spostata non sullo starnuto, ma sul suo autore, cioè Telemaco: Omero ci vuole far sapere anche così che il destino dell’annientamento dei Proci sarà sancito dalla volontà divina e si compirà proprio per opera di Telemaco, e non di Ulisse.
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https://astutoomero.blogspot.com/2017/07/neomecenatismo.html
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