Diceva Mark Twain, "E' più facile ingannare la gente piuttosto che convincerla di essere stata ingannata"
Omero è una continua fonte di frustrazione per gli archeologi, per i filologi e tutti i commentatori... centinaia di pagine con migliaia di nomi, eventi, riferimenti, località ecc. che però finiscono con il confondere le idee anziché aiutarci a chiarirle. Ma se invece la soluzione fosse diversa da quelle faticosamente elaborate nei secoli dai letterati? Perché Omero continuava a lodare l'arte dell'inganno? Perché dormiva... o perché è lui che ha ingannato tutti per 3000 anni? E i miti sono soltanto delle belle favole oppure nascono da eventi reali di cui si comincia solo ora a intravvedere l'origine?

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sabato 4 giugno 2016

SUONATI!!! Muhammad Ali, i Beatles e Omero...






Un estratto dal mio nuovo libro, L'ASTUTO OMERO 
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 "Riepilogando, invece, le interpretazioni che vengono insegnate tutt’ora nelle scuole e nelle università di tutto il mondo, i poemi omerici sembrerebbero un caso praticamente unico, fuori da tutti gli schemi e da tutte le logiche. Senza uno scopo, senza un autore, senza un committente, e che raccontano storie mai avvenute di personaggi mai esistiti, in luoghi introvabili. Forse c’è qualcosa che non va.
Viene in mente una famosa canzoncina dei Beatles, intitolata Nowhere man, cioè Uomo di nessun luogo:

Lui è un vero uomo di nessun luogo
seduto sulla sua terra di nessun luogo
e fa tutti i suoi piani di nessun luogo
per nessuno
Non ha un punto di vista,
non sa dove sta andando,
non è un po’ come te e me?


Già che stiamo divagando, circola dai lontani anni ’60 una delle più famose leggende metropolitane, che riguarda la presunta morte di Paul McCartney in un incidente stradale. Il componente dei Beatles sarebbe stato sostituito in quattro e quattr’otto da un sosia,  mentre i sostenitori della tesi complottista si scatenavano a trovare indizi nascosti del tragico evento nei testi e nelle copertine dei dischi del complesso. Gli stessi Beatles, da geniali burloni e fenomenali esperti di marketing quali erano, contribuirono in vario modo ad alimentare la leggenda. In effetti, niente di più facile che trovare un sosia del buon Paul, con la stessa faccia, la stessa voce, capace di suonare pianoforte, chitarra e basso, naturalmente da mancino (altrimenti è troppo comodo), che dopo morto ha composto centinaia di canzoni di successo, il tutto senza che nessuno dei suoi amici e parenti, e degli amici e parenti del sosia, si accorgesse minimamente di qualcosa. E senza che sia mai stato trovato il minimo documento, né un verbale di polizia, né una cartella clinica di un ospedale o di un’ambulanza, relativi a un incidente mortale. E magari, come succede ancor oggi a molte persone famose, un sosia, ingaggiato tramite uno dei tanti concorsi pubblici che si tenevano all’epoca, poteva servire a sostituire il vero artista in situazioni pericolose o noiose. Ma i complottisti non demordono, e affermano che ci sono delle differenze tra la sua faccia nelle foto da ragazzo e quelle successive. A parte che, inevitabilmente, il viso di una persona si modifica con gli anni, posso far notare, parlando poi da… anatomista (!) e da fotografo quale sono, che anche questo ha una spiegazione logica. Paul ebbe davvero un incidente in cui si ruppe un dente, quindi dovette farsi fare un lavoro di ricostruzione. Negli anni '50, inoltre, ben pochi bambini portavano la "macchinetta" per raddrizzare la dentatura; una delle prime cose che facevano gli attori e i cantanti dell'epoca, appena incassavano qualche soldo, consisteva in un bell'intervento dentistico per guadagnare un affascinante sorriso. Se poi ricordate bene, negli anni '60 le fotocamere professionali più in uso erano del tipo con mirino a pozzetto, e quindi si tenevano all'altezza dell'ombelico, mentre negli anni 70 c'erano le reflex che si tenevano all'altezza dell'occhio. Provate a fare due ritratti allo stesso soggetto, magari con un obbiettivo grandangolare, tenendo la fotocamera ad altezze diverse e avrete l'impressione che il suo cranio si sia deformato! Per una tragica beffa del destino, la morte violenta e improvvisa colpì invece un altro componente del celebre quartetto: John Lennon, che nel 1968 aveva cantato ironicamente Happiness Is a Warm Gun (Felicità è una pistola calda), fu ucciso da uno squilibrato dodici anni dopo. E naturalmente, anche nel suo caso, si scatenò una ridda di ipotesi sui presunti mandanti del suo assassinio. Questo può dare un’idea di come una leggenda possa avere parecchie versioni, in tempi e luoghi diversi, e anche come sia facile costruire una tesi che riesce a trovare miriadi di sostenitori, pur poggiando su basi tutt’altro che solide. 
 

Ma nel caso di Omero la situazione è praticamente capovolta: sono le tesi ufficiali che non riescono a reggere e danno luogo a un’infinità di contraddizioni, mentre, come vedremo nei prossimi capitoli, la nostra interpretazione è in grado di risolvere in modo semplice e diretto tutti i problemi.
Parafrasando la celebre frase di Orazio, "Ogni tanto dorme il buon Omero", ora magari si può affermare che Omero era ben sveglio, mentre a dormire per tre millenni sono stati il buon Orazio e tutti i suoi colleghi." 

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