Diceva Mark Twain, "E' più facile ingannare la gente piuttosto che convincerla di essere stata ingannata"
Omero è una continua fonte di frustrazione per gli archeologi, per i filologi e tutti i commentatori... centinaia di pagine con migliaia di nomi, eventi, riferimenti, località ecc. che però finiscono con il confondere le idee anziché aiutarci a chiarirle. Ma se invece la soluzione fosse diversa da quelle faticosamente elaborate nei secoli dai letterati? Perché Omero continuava a lodare l'arte dell'inganno? Perché dormiva... o perché è lui che ha ingannato tutti per 3000 anni? E i miti sono soltanto delle belle favole oppure nascono da eventi reali di cui si comincia solo ora a intravvedere l'origine?

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venerdì 23 settembre 2016

Non dire gatto...





Capitolo 17 – NAVIGATORI E MERCANTI PREISTORICI

“Il vero viaggio di scoperta non consiste nello scoprire nuove terre, ma nell'avere nuovi occhi.”
Marcel Proust


In questo capitolo spiego che tutti i popoli del bacino mediterraneo sono in gran parte di origine europea. E non solo gli esseri umani...

[...] è interessante anche vedere come l'origine nordica può forse spiegare anche le caratteristiche del gatto domestico, che per gli egizi era un animale sacro e importantissimo. Si ritiene che sia stato addomesticato nel Medio Oriente a partire dal gatto selvatico africano, circa 10.000 anni fa, in coincidenza con la nascita dell'agricoltura e del bisogno di proteggere i raccolti dai roditori. Il gatto però ha una folta pelliccia, è abilissimo ad arrampicarsi sugli alberi (anche se magari non è altrettanto abile a scendere, ma questo non era un problema nell'Europa antica, che essendo coperta da intricate foreste da tutti i lati, gli permetteva di trasferirsi da un albero all'altro senza quasi mai dovere scendere a terra, finché non trovava un ramo abbastanza basso), quando cade riesce sempre a girarsi sulle quattro zampe, ha un'ottima vista in condizioni di scarsa luminosità, ha baffi sensibili (le vibrisse) per muoversi al buio, tutte qualità tipiche di un animale adatto all'habitat delle foreste di latifoglie temperate; anche se poi la sua intelligenza e capacità di adattamento, e la simbiosi con l'uomo, gli hanno consentito di vivere a tutte le latitudini e in tutti gli ambienti, deserti compresi. Il gatto selvatico europeo sembra essere poco incline alla domesticazione, ma può darsi che anche nel suo caso, come è successo al lupo trasformatosi in cane dopo millenni di selezione, l'uomo abbia provveduto a selezionare gli esemplari più mansueti per vivergli accanto, portandoli poi con sé nelle sue rotte di migrazione; qualche esemplare può avere preferito la libertà alla vicinanza ingombrante del suo compagno bipede, tornando a inselvatichirsi anche in ambienti molto diversi dal suo habitat naturale, per finire magari con l'essere nuovamente adottato dagli esseri umani. Mentre nell'Egitto le prime tracce di domesticazione risalgono al 2000 avanti Cristo, si è recentemente scoperta a Cipro una tomba umana del 7500-7000 a.C. con dei resti di un gatto con caratteri simili (ma non uguali) alla specie selvatica africana. A buon diritto il nostro amico peloso può considerarsi per eccellenza l'animale del mistero! Se poi osserviamo che la maggior parte delle colonie di felini randagi delle nostre città si trova a vivere in mezzo ai ruderi antichi, allora possiamo dedurne che ci sia una notevole correlazione tra i gatti e l'archeologia…addirittura, a Roma, la più grossa comunità di gatti amanti della storia antica ha scelto di risiedere proprio nel luogo dove fu assassinato Giulio Cesare!

 
Statua e mummia di gatto, Egitto, Museo del Castello del Buonconsiglio, Trento






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